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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, III, 111
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originale
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[111] Sed ex tota hac laude Reguli unum illud est admiratione dignum, quod captivos retinendos censuit. Nam quod rediit, nobis nunc mirabile videtur, illis quidem temporibus aliter facere non potuit. Itaque ista laus non est hominis, sed temporum. Nullum enim vinculum ad astringendam fidem iure iurando maiores artius esse voluerunt. Id indicant leges in duodecim tabulis, indicant sacratae, indicant foedera, quibus etiam cum hoste devincitur fides, indicant notiones animadversionesque censorum, qui nulla de re diligentius quam de iure iurando iudicabant.
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traduzione
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111. Ma in tutto questo glorioso comportamento di Regolo un atto ? specialmente degno di ammirazione, il fatto che egli propose di trattenere i prigionieri. L'esser tornato, difatti, sembra a noi straordinario adesso, ma in quei tempi non avrebbe potuto comportarsi diversamente; di conseguenza questa ? una lode che va rivolta non all'uomo, ma ai tempi: i nostri antenati vollero che nessun vincolo fosse pi? saldo del giuramento per impegnare a rispettare la parola data. Lo indicano le leggi delle dodici tavole, le leggi esecrator?e, lo indicano i trattati, con i quali s'impegna la parola anche con i nemici, lo indicano le ammonizioni e i rimproveri dei censori, che non giudicavano con maggiore scrupolo alcuna colpa come quelle riguardanti il giuramento.
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